Roberto Benigni, attraverso l’ esegesi dell’inno nazionale proposta al festival di Sanremo 2011 ha cercato di esortare gli Italiani a “svegliarsi” e a comportarsi come il grande popolo, rappresentato nei libri di storia sul Risorgimento, che ha dato i natali a tanti personaggi straordinari.

Questo tipo di ragionamento mi ha ricordato il discorso di Umberto Ecodurante la manifestazione di Giustizia e Libertà. Tra le altre cose il professore sosteneva che i dieci ordinari che rifiutarono di giurare durante il fascismo hanno “salvato la categoria”.
Mi spiace per le romantiche e nobili esortazioni dei due mostri sacri, ma l’evidenza che riscontro io è tutt’altra. Quello italiano è un popolo che oggi si è scelto Berlusconi, ieri Craxi e Andreotti e che può contare su alternative come Vendola e Bersani. Un popolo che senza l’oppressione di un governo dittatoriale si classifica così e così per il solo effetto delle proprie scelte deliberate. Un popolo che accetta che vaste aree del proprio territorio siano governate dalla criminità piuttosto che dalle istituzioni.
Certo, possiamo consolarci con la nostra grande storia dove il popolo si è distinto per il sostegno offerto a personaggi come questo oppure ad esperienze come questa.
Sarò ignorante e privo di romanticismo, ma un grande popolo è per me quello che sa cacciare a calci chi governa male e che si incazza di brutto quando lo prendono per il culo. Ma soprattutto, un popolo è grande o mediocre se la maggioranza degli individui che lo compongono possiede queste caratteristiche.
Guardatevi intorno e fate le vostre considerazioni.