Proseguo il dialogo con Pietro Monsurrò.
Qui le puntate precedenti
http://www.linkiesta.it/blogs/mercato-e-liberta/che-futuro-if-any-fare
http://www.linkiesta.it/blogs/apologia-di-socrate/idee-fare
Proseguo con la comunicazione. Pietro scrive:
Le idee liberali sono minoritarie in Italia e la competenza economica è scarsa sulla carta stampata, figuriamoci tra la popolazione. Nonostante alcune case editrici e think tank, quindi, niente della cultura liberale può essere dato per scontato in Italia, e trovare un modo per comunicare con gli elettori è già da solo un obiettivo estremamente sfidante.
Io credo che sia possibile veicolare le nostre idee in modo comprensibile, i messaggi riportati di seguito vanno presi come proposte indicative per rendere l’idea, non come prodotti finiti.
Propongo 3 messaggi:
- patto di equità (nazionale e internazionale)
- rete di solidarietà
- sollievo per le imprese
Con un elenco di priorità
- tornare a crescere
- semplificare lo stato per vivere meglio
- massima trasparenza
Col messaggio 1 intendo che
- Non è giusto che politici e alti funzionari guadagnino 3 volte i loro omologhi negli altri paesi
- (calcolo dal sito lavoce.info in proporzione al pil pro capite) => eliminare gli eccessi e restituire ai contribuenti le somme risparmiate
- non è giusto che alcune imprese o professioni ricevano dei sussidi o siano protette dalla concorrenza => concorrenza per rendere tutti
- non è giusto che chi non lavora o lavora male nel pubblico sia pagato come chi fa il suo dovere > valutare e premiare il merito nella PA
- non è giusto che tutta l’economia soffra perché le banche non hanno un capitale proprio adeguato=> aprire al mercato il controllo delle banche per dare credito al paese
- -sostituire
Col messaggio 2 intendo che
- non è giusto che alcuni lavoratori siano illicenziabili e altri non abbiamo alcuna tutela: rete di protezione universale contro la perdita del lavoro
- non è giusto pagare l’università dei ricchi con le tasse dei poveri: riequilibrare costi e servizi pubblici in base alle reali esigenze e possibilità
Col messaggio 3 intendo che
- non è giusto punire le aziende oneste con l’Irap premiando le disoneste =>sistema fiscale equo e trasparente
- non è giusto che lo stato faccia fallire i suoi fornitori perché paga in ritardo=> usare le garanzie della Cdp per pagare i debiti della PA
- non è giusto punire con una burocrazia medioevale chi vuole investire o innovare =>poche regole semplici e uguali per tutti
Con la priorità 1 intendo che
- Prima di accoltellarci su come dividere la torta è opportuno darsi da fare per farla crescere: per chi non se ne fosse accorto si sta riducendo
- La torta cresce se invece di farla scappare offriamo alla gente disposta a rischiare (sia investitori che imprenditori) un ambiente favorevole
- Continuare a spremere chi lavora e produce, per non toccare i privilegi di non lavora e non produce, è la strada per il disastro
Con la priorità 2 intendo che
- La più facile, efficace e immediata riforma a costo zero è semplificare l’assurda burocrazia di questo paese
- I gravami medioevali oltre che disincentivare la creazione di valore e nuovi posti di lavoro sono un ostacolo alla concorrenza a vantaggio di pochi protetti e danno della collettività
- Lo stato dovrebbe aiutarci a vivere meglio, regolando i conflitti e amministrando i beni comuni, non mortificare qualsiasi entusiasmo e spingere chi ha voglia di fare qualcosa ad andarsene
Con la priorità 3 intendo che
- Il modo migliore per custodire i custodi è fare in modo che agiscano alla luce del sole e che ogni loro azione sia pubblica
- Credo che sia diritto innegabile di tutti che per ogni euro delle nostre tasse che viene speso sia reso pubblico chi ha proposto e autorizzato la spesa e cosa in dettaglio è stato acquistato
- Parimenti credo che ogni alto funzionario pubblico o persona eletta ad un ruolo politico o amministrativo dovrebbe dovrebbe rendere noti i propri eventuali conflitti d’interesse
Così è chiaro?