Che l’italia non sia un paese per giovani si può constatare in modo agevole mettendo a confronto due recenti iniziative gorvernative: il Fertility day e l’Ape, l’anticipo pensionistico concesso ad alcune classi di lavoratori.
Da un lato, ai giovani che già si confrontano con un mercato del lavoro con minori garanzie rispetto al passato, sopportando una pressione fiscale tra le più alte al mondo e finanziano un sistema fiscale per loro estremante penalizzante e iniquo, si richiede a colpi di hashtag di fare più figli; dall’altro si offre a chi è anziano la possibilità di ottenere un finanziamento agevolato, garantito dallo Stato per anticipare il momento della pensione, di fatto accrescendo gli oneri gravanti sui lavoratori ancora attivi.
Accantoniamo le considerazioni fin troppo ovvie in merito alla campagna mediatica della prima iniziativa e alla lettura in termini di consenso politico sulla seconda, per provare a evidenziare i caratteri disfunzionali della logica retrostante ad entrambe le iniziative:
1-difesa a oltranza delle scellerate scelte politiche fatte in passato in termini di previdenza e trasferimenti intergenerazionaliignorando qualsiasi considerazione di equità e sostenibilità nel lungo periodo;
2-aggravio degli oneri sui lavoratori attivi, in spregio del fatto che quelli esistenti siano già difficilmente sostenibili;
3-completo disdegno del quadro degli incentivi ai quali rispondono gli individui.