C’è una signorina molto carina che lavora in una certa filiale di Monte dei Paschi. Mia madre lo dice da anni e con carina non fa riferimento all’aspetto fisico quanto alla gentilezza e affabilità dei modi. Che poi detti toni vengano impiegati per vendere sapientemente costose polizze assicurative dai rendimenti discutibili è un altro paio di maniche. Credo che la signora gentile e il suo rapporto con mia madre abbiano qualcosa da insegnarci sul caso Mps, atteso che del pasticciaccio brutto a cui assistiamo in questi giorni avevo già scritto all’inizio e intuito l’epilogo anche prima (ok mi piace vincere facile).
Mia madre mi chiama quando sente alla Tv che è successo qualcosa agli azionisti e obbligazionisti di Banca Etruria e delle altre ex (not so) good bank, quando sente che se vince il No al referendum casca il monte e casca la terra e quindi non può non chiedermi con una certa frequenza se può stare tranquilla col suo conto al Monte dei Paschi di Siena (quello dell’impiegata carina che vende prodotti assicurativi). Io per sintesi le dico che se non possiede azioni o obbligazioni Mps può stare tranquilla (e ho da tempo verificato che non ne possiede, non sarò affabile come la signorina, ma ho ancora a cuore i suoi interessi).
In questo piccolo aneddoto familiare c’è una chiave di lettura che, in una fase delicata e complessa come quella che sta attraversando il sistema bancario del nostro paese, credo possa essere utile e significativa. Come sarebbe il mondo se, accanto alle lezioni di Educazione Artistica, tecnica, fisica e religione, insegnamenti notoriamente indispensabili a comprendere come funziona il mondo, a scuola insegnassero anche la differenza tra un’azione e un’obbligazione?
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