Italian Banks and NPL Market – Newsletter 2020-05-29

The European Commission has put forward its proposal for a major recovery plan. To ensure the recovery is sustainable, even, inclusive and fair for all Member States, the European Commission is proposing to create a new recovery instrument, Next Generation EU, embedded within a powerful, modern and revamped long-term EU budget. The Commission has also unveiled its adjusted Work Programme for 2020, which will prioritise the actions needed to propel Europe’s recovery and resilience.

=> Will Italy be able to grasp the #NextGeneration opportunity?

Banca IFIS recently issued an update to its NPL Market Watch showing a pipeline of new transactions worth some € 32 billion showing a slight decrease of only 5Bn with respect to the last forecast published in January. A significant contribution (worth 1 quarter of the total) is expected to come from secondary market.

My take on this topic on this blogpost => Updated pipeline on Italian NPE Market

I primi video di approfondimento della Credit Village Italian Digital Week

Lelio Cacciapaglia, Direttore Tributario MEF (guarda il video)

Francesco Lombardo, partner di Freshfields su real estate (guarda il video)

Francesco Lombardo, partner di Freshfields su distressed lending (guarda il video)

Alberto Viano, amministratore delegato di Leaseplan Italia (guarda il video)

Most of these updates are published in the Linkedin Group – Entering Italian NPL Market.

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#LaFinanzaInSoldoni è anche un Podcast

Passeggiando per l’Italia post lockdown, ascoltando con attenzione, si può sentire un fruscio particolare: è il rumore delle mani che si fregano perché sembra che dall’Europa sia in arrivo un pacco di soldi. Prima osservazione sconveniente: quello che conta non è tanto (e comunque non solo) quanti soldi hai a disposizione, ma come li spendi. => Recovery Fund: Non solo le dimensioni contano

La Commissione europea ha deciso di “rilanciare” sulla proposta di Recovery Fund avanzata solo pochi giorni fa da Emmanuel Macron e Angela Merkel. Il piano franco-tedesco prevedeva l’emissione di titoli di debito comune, garantiti dal bilancio dell’Unione europea per 500 miliardi di euro, e di veicolare le risorse verso i paesi in difficoltà sotto forma di trasferimenti e non di prestiti come fino ad oggi preferito dai sostenitori dell’approccio “frugale”.=> Recovery Fund: la Commissione europea punta a 750 miliardi di euro

La parola patrimoniale (intesa come imposta che grava sul patrimonio) evoca nel nostro paese sentimenti contrastanti e dispute ataviche degne di uno scontro tra Guelfi e Ghibellini, di un film con Don Camillo e Peppone o di un derby di calcio scelto a piacere. I sentimenti sono spesso legati al ricordo di una misura di questo genere introdotta dal Governo Amato nel 1992 che ebbe la peculiarità di colpire anche le giacenze di conto corrente e i depositi bancari. => Chi ha paura della patrimoniale?

Premetto di non avere particolari simpatie nei confronti della famiglia Agnelli né in generale per quel sistema di relazioni che reso il nostro paese un posto con “molti capitali e pochi capitalisti”  parafrasando il titolo di un libro di Beniamino Piccone. Premetto inoltre di essere piuttosto contrario agli aiuti di stato alle imprese (ne ho scritto per Econopoly24) e pur riconoscendo che circostanze eccezionali possano giustificare misure straordinarie, come il “whatever it takes fiscale” auspicato dall’ex presidente Draghi (anche di questo ho scritto su Econopoly24), ritengo che queste misure avranno in larga misura l’effetto di rinviare conseguenze che non possono essere evitate Fatte le dovute premesse, l’idea contorta e controfattuale che FCA possa pagare dividendi a chissà chi a nostre spese grida vendetta contro la logica e la realtà dei fatti.  => FCA, il Maxidividendo e i soldi nostri

Leggi la mia proposta per un Meccanismo unico di sostegno all’economia

Dal passo biblico sulla manna dal cielo ai bond perpetui a tasso zero del viceministro Castelli, passando per la pietra filosofale e la fonte dell’eterna giovinezza, la possibilità di vincere la scarsità delle risorse in natura ha da sempre affascinato gli uomini.

Non è un caso che l’economia, che studia come gestire al meglio queste risorse, sia anche nota come “scienza triste” e che, periodicamente, venga additata come capro espiatorio per tutti i mali del mondo. => Perché (non) si può stampare moneta all’infinito e altre bugie

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Pubblicato da Massimo Famularo

Investment Manager and Blogger Focus on Distressed Assets and Non Performing Loans Interested in Politics, Economics,

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