Partiamo da una constatazione semplice ed auto-evidente: la nuova misura acchiappa-consenso e distrai-popolazione, il cashback natalizio non prevede requisiti di reddito per la concessione del bonus pari al 10% degli acquisti fatti con carta di credito fuori da internet.
Questo vuol dire che con ogni probabilità avrà carattere regressivo premiando chi ha un reddito maggiore ed è stato colpito meno dalla pandemia. Su quali basi si fonda la mia congettura? Esaminiamo brevemente i requisiti per accedere al bonus e proviamo a ipotizzare quali sono le tipologie di cittadini che tipicamente li posseggono.
Per avere il bonus devi avere in conto corrente bancario e una carta di credito. Non credo ci siano dubbi sul fatto che entrambi gli strumenti di pagamento siano appannaggio di persone che si collocano sopra una certa soglia di reddito e che possa essere frequente non averli tra le fasce più povere della popolazione. Dunque per Natale facciamo come Robin Hood al contrario e diamo un bonus a chi è più ricco a spese anche di chi è più povero.
Sappiamo anche che la pandemia ha colpito in modo asimmetrico diverse categorie di cittadini. Chi ha un contratto di lavoro da dipendente (pubblico o privato) o una pensione è stato colpito meno, perché ha mantenuto invariato lo stipendio anche nelle fasi più critiche di lockdown. Che si tratti di eroici operatori sanitari in prima linea, a cui tutti siamo grati o di impiegati più o meno imboscati nelle grandi imprese o nella PA non cambia che il reddito sia rimasto invariato.
Ora chi pensate che possa avere una maggiore attitudine a effettuare acquisti con carta di credito? Chi dispone di uno stipendio accreditato in conto corrente o chi viene frequentemente pagato in contanti, escludendo qualunque caso di evasione fiscale? Il bonus con carta di credito premia con ogni probabilità chi è stato colpito meno dalla pandemia, ha soldi da spendere e preferisce usare una carta di credito.
La reazione pavloviana più frequente, quando si parla di carte e di contanti, è quella di tirare in ballo l’Evasione Fiscale: incentivando i pagamenti con carta possiamo ritenere che questa misura favorisca il contrasto dell’Evasione? Due semplici argomenti per non cascarci.
In primo luogo non è affatto detto che il bonus incentivi gli acquisti con carta di credito: può ben essere che si limiti a premiare consumi che si sarebbero fatti anche senza il bonus. Per quale tipo di acquisto un 10% di sconto con tetto a 150€ ad esclusione degli acquisti on line vi induce a modificare le vostre abitudini? Se influenza solo la modalità di pagamento, a parte fare un favore agli intermediari che emettono le carte e guadagnano una commissione a scapito degli esercenti che la pagano a chi serve questa misura?
In secondo luogo, chiarito che tra i non evasori la misura serve solo a trasferire reddito tra esercenti e intermediari e a dare un premio a chi è stato colpito meno dalla crisi, qual è l’impatto sull’evasione? Se pagando o accettando contanti gli evasori hanno benefici nell’ordine del 20% di IVA e del 35% di IRPEF che incentivi pensate possa dare un ricco 10% di cashback con tetto a 150€.
Ma i principali beneficiari della misura saranno probabilmente i politici che potranno andare in giro a raccontare di aver messo in tasca dei soldi agli italiani. Che poi quei soldi siano stati presi ad altri contribuenti, verosimilmente meno ricchi e più bisognosi è un dettaglio che sembra non interessare neanche ai sinistri fautori dell’uguaglianza a tutti i costi,.
Per Riassumere: il fantomatico cashback premia ingiustamente chi è in una minore condizione di bisogno ed è stato colpito meno dalla pandemia e non serve a niente in termini di contrasto all’evasione fiscale. Però è probabile che funzioni abbastanza bene come strumento di marketing per una classe politica mediocre nei confronti di un elettorato con una quota elevata di analfabeti funzionali e digitali.
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