#LaFinanzaInSoldoni – 4 Qualche altra osservazione sui tassi d’interesse

Nei capitoli precedenti abbiamo visto quanto sia importante la voce interessi nel bilancio dello stato e di come, in presenza di una quantità di debito elevata, possa ribaltarne il saldo portando in disavanzo un paese che pure registra un avanzo primario.

Cosa determina il tasso d’interesse applicato al debito?

Se vado in banca e chiedo un mutuo ipotecario per acquistare un immobile, in questo periodo mi verrà applicato un tasso molto basso, nell’ordine dell’1% o anche meno. Se invece chiedo di pagare a rate le spese della mia carta di credito il tasso sarà molto maggiore, nell’ordine del 7-8% e per talune tipologie di credito al consumo si arriva anche al 10 o 12%.

Il tasso di interesse applicato è proporzionale al rischio che il soggetto finanziato non rispetti gli impegni presi in termini di data e importo dei rimborsi previsti. Nel caso del mutuo ipotecario finalizzato all’acquisto di un immobile, il finanziatore ottiene in garanzia una ipoteca sul bene acquistato. Questo vuol dire che se il cliente non paga, può attivare una procedura giudiziale (esecuzione immobiliare) per mettere in vendita l’immobile e recuperare il credito.

Dunque il mutuo ipotecario ha un tasso più basso perché presenta un rischio minore (il rischio è mitigato dalla presenza di garanzie che possono essere escusse in caso di inadempienza). Il credito al consumo è più rischioso e comporta tassi di interesse più elevati.

Per le nazioni avviene la stessa cosa: gli stati che vengono ritenuti meno rischiosi, ad esempio la Germania, pagano tassi più bassi, quelli più rischiosi come l’Italia invece pagano un interesse più elevato. Lo spread tra BTP (titoli di stato italiani a media lunga scadenza) e Bund (titoli tedeschi comparabili) misura la differenza tra quanto la percezione di maggiore rischio incide sul bilancio dello stato sotto forma di maggiore spesa per interessi sul debito.

Perché un paese viene percepito come più rischioso?

In parte perché presenta un debito molto alto rispetto al PIL e questo può dar luogo al circolo vizioso descritto in precedenza (nuovo debito contratto per pagare gli interessi sul vecchio). In parte perché presenta una crescita del PIL troppo bassa e dunque induce il fondato sospetto che in futuro il debito pubblico cresca più velocemente dell’economia (ricordate il criterio di sostenibilità che confronta il tasso di crescita del PIL con il tasso d’interesse medio pagato sul debito). In parte perché la classe politica che si alterna al governo di quella nazione viene ritenuta poco credibile e verosimilmente capace di arrecare dissesto alle finanze pubbliche e indirizzare il paese lontano da un percorso di riforme necessario a rendere sostenibile il debito nel medio periodo.Quando nella primavera del 2018 cominciato a parlare di un governo sostenuto da Lega e Movimento 5 Stelle lo spread si è allargato perché gli operatori finanziari temevano che esponenti politici apertamente tentati dall’ipotesi di abbandonare l’euro potessero causare danni gravi all’economia del paese. Dei motivi per i quali una possibile uscita dall’euro sarebbe molto dannosa verranno trattati nella seconda parte del libro. Dunque è bene ricordare che l’elezione di politici inadeguati ha un costo per le finanze pubbliche prima ancora che questi possano materialmente mettere in atto dei provvedimenti dannosi.

Se i titoli vengono emessi solo a determinate scadenze, perché lo spread registra delle variazioni più frequenti? Per rispondere alla domanda occorre qualche passaggio tecnico, tuttavia proviamo a rimanere a un livello intuitivo. Se l’Italia emette titoli a 10 anni a tasso fisso, per 10 anni pagherà quel tasso e questi pagamenti non saranno influenzati dalle fluttuazioni dello spread. Tuttavia i titoli di stato italiani vengono scambiati sui mercati tutti i giorni e il loro prezzo di mercato è un indicatore molto importante per chi deve decidere se sottoscrivere le nuove emissioni di debito e a quale prezzo. Inoltre va considerato che ogni anno vengono a scadenza diverse emissioni di debito pubblico italiano e, dunque, il tesoro italiano con una certa frequenza deve rivolgersi ai mercati per perdere soldi in prestito.

Se lo spread non influenza l’impegno sulle emissioni non ancora scadute, ha un impatto rilevante sulle nuove emissioni: dunque il costo effettivo per le casse dello stato non è immediato, ma si registrerà nel momento in cui sarà necessario pagare un tasso più alto per collocare nuovi titoli di stato.

Un altro termometro importante è dato dal giudizio delle agenzie di Rating. Si tratta di un voto sulla qualità del debito espresso da imprese indipendenti specializzate nella valutazione del rischio di credito e riflette la rischiosità del paese. I paesi che godono di un rating alto pagano tassi di interesse più bassi (avviene la stessa cosa con le obbligazioni emesse dalle imprese). A questo proposito è importante evidenziare che, se il rating scende sotto un certo livello, fuori dalla classe denominata investment grade, diventa troppo rischioso per una grande quantità di operatori, ad esempio fondi pensione, che non vogliono rischi mettere a rischio i contributi dei lavoratori.

Dunque se il rating sul debito italiano dovesse scendere al di sotto del livello investment grade, molti investitori sarebbero costretti a vendere i titoli e questo potrebbe causare una “crisi di panico”.

Ultimo elemento da tenere presente è che il tasso d’interesse che il nostro paese paga sul debito è influenzato anche da alcuni interventi eccezionali operati dalla Banca Centrale Europea e da circostanze straordinarie come quelle che si sono verificate al momento dell’adesione all’Euro. A questo proposito è bene chiarire che interventi eccezionali e circostanze straordinarie hanno sempre carattere temporaneo e costituiscono un’occasione per correggere la rotta, ma non possono risolvere i problemi del nostro paese per sempre.

Per riepilogare:

  1. Il tasso di interesse è il compenso che il creditore riceve per aver accetto di concedere il finanziamento e riflette l’entità del rischio al quale va incontro
  2. L’entità del tasso d’interesse che le nazioni pagano dipende dalla percezione che il mercato ha della loro rischiosità e tipicamente quest’ultima dipende, tra le altre cose da:
    • Entità del debito pubblico in rapporto al PIL, maggiore è il rapporto Debito/Pil maggiore il rischio
    • Crescita economica, minore e la crescita e più alto è il rischio che il paese non riesca a tenere fede ai propri impegni
    • Credibilità della classe politica, un governo inadeguato induce il dubbio concreto che la salute del sistema economico peggiori nel tempo
    • Interventi e circostanze straordinarie come l’azione della Banca Centrale durante la recente pandemia e durante la crisi dei debiti sovrani oppure come l’adesione dell’Italia alla moneta unica
  3. Lo spread tra BTP e Bund misura quanto lo stato italiano è più rischioso della Germania, ritenuta un punto di riferimento per il rischio basso
  4. Le fluttuazioni dello spread non si ripercuotono istantaneamente sul bilancio dello stato, ma sono un indicatore fondamentale insieme ad altri come il giudizio delle principali agenzie di rating e in circostanze estreme possono portare il paese nella situazione di non trovare acquirenti per il proprio debito 

Note e Riferimenti:

Per chi suona la campana del rating?

Pillola Video 12 Il Rating

Pillola Video 14 Lo Spread

La Finanza in Soldoni è un progetto multicanale volto alla promozione di una corretta informazione e adeguata comprensione dei fenomeni economici. Oltre al libro include un podcast e una serie di video su Youtube.

Tutti i video e i podcast si trovano sul mio canale Youtube grazie anticipate a chi vorrà iscriversi, lasciare un like ai video o condividerli sui suoi account social

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Pubblicato da Massimo Famularo

Investment Manager and Blogger Focus on Distressed Assets and Non Performing Loans Interested in Politics, Economics,

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