La proposta di Enrico Letta su una dote ai diciottenni ha dato vita a diverse discussioni confermando come redistribuzione e estrazione di risorse dai contribuenti siano ancora i totem prediletti dal centrosinistra, mentre ogni considerazione sulla crescita economica rimane assente, tanto quanto qualsiasi forma di autocritica sulle responsabilità politiche di chi ha contribuito a far sì che l’Italia non sia un paese per giovani.
Ho parlato della proposta sul sito dell’associazione “Liberi Oltre le Illusioni” qualificandola come
Un’idea astratta, demagogica, che non affronta i problemi delle nuove generazioni per non dover ammettere le responsabilità di quelle precedenti.
Tre dubbi sulla proposta di Letta per una dote ai Diciottenni
Successivamente sullo stesso sito ho scritto un commento sulle varie discussioni inerenti la tassazione dei ricchi , su come sia improprio confrontare sistemi fiscali differenti scegliendo in modo opportunistico l’aliquota sulla quale intervenire.
Ho anche espresso una opinione parzialmente discordante nei confronti di un editoriale di Elsa Fornero, che, pur evidenziando i limiti di merito della proposta, ha attribuito a Letta il merito di aver portato al centro della discussione il tema dei giovani e a necessità di intervenire sulle iniquità del sistema.
Sul blog Econopoly24 del Sole 24 ore ho anche elaborato una contropropoposta evidenziando come:
volendo offrire ai più giovani una sorta di “indennizzo” per le risorse sottratte dalle generazioni precedenti si potrebbe puntare su Lavoro, Formazione, Orientamento.
Successione e tasse, ecco una controproposta sulla dote ai diciottenni
In particolare tra i 15 e i 20 anni si potrebbero introdurre dei test standardizzati facoltativi, che consentano ai giovani studenti di valutare le proprie competenze e individuare eventuali lacune in materie, che possano costituire un ostacolo al corso di studi che si desidera intraprendere o all’ingresso nel mondo del lavoro. Oltre alle prove per la valutazione delle competenze, si potrebbero offrire anche dei test per valutare le attitudini e le predisposizioni e fornire un orientamento utile per compiere scelte consapevoli sul corso di studi e sulla carriera personale da seguire.
Dopo aver fornito ai giovanissimi gli strumenti per scegliere in modo consapevole il corso di studi e la professione alla quale sono interessati e/o per la quale sono portati si potrebbe introdurre una “dote” di questo tipo: una riduzione degli oneri fiscali e previdenziali fino al 100% che decresce con l’aumento dell’età fino a 30-35 anni. In questo modo, per i giovani sarebbe più conveniente lavorare perché potrebbero ottenere un compenso netto più elevato e per chi li assume ci sarebbero oneri inferiori.
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