Io #votoconipiedi è un podcast di provocazione e riflessione sulla politica italiana.
Si tratta di una provocazione, ma anche un tentativo di riflessione su diversi aspetti disfuzionali del sistema politico italiano, e di sbugiardare diverse narrazioni che sembrano date per assodate e nei confronti delle quali il ruolo di cane da guardia del giornalismo latita.
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Cominciamo con un sasso nello stagno: votare a tutti i costi, anche se il meno peggio ormai assomiglia fin troppo al peggio è davvero un dovere morale?
L’astensione dal voto è spesso considerata un argomento tabù oppure un non-argomento. Chi non vota fa un favore agli avversari, è dotato di scarso senso civico e/o semplicemente non si interessa di politica.
Difficilmente troverete qualcuno disposto a considerare l’astensione come un’alternativa percorribile sulla base di scelte ragionate e valutazioni obiettive.
Io vorrei provare a colmare questo vuoto e a discutere del tema senza giudizi morali o paraocchi ideologici, suggerendo un’alternativa a metà strada tra la provocazione e lo spunto di riflessione: il #votoConiPiedi.
In primo luogo, la “scelta di non scegliere” è per definizione una delle opzioni possibili e, qualora nessuno dei partiti indicati nella scheda elettorale rappresenti una scelta di soddisfazione, dovrebbe risultare la decisione più logica. Per quanto si faccia sovente confusione, in Italia esiste un diritto di voto, ma non esiste alcun dovere di votare, anche se quest’ultimo risponde ad una morale abbastanza diffusa tra gli strati più istruiti della popolazione.
Eppure la rinuncia ad esercitare la propria libertà è la più alta forma di libertà:

In secondo luogo, si può osservare come il voto per ideologia e il sostegno al meno-peggio costituiscano un pericoloso disincentivo nei confronti dell’operato dei politici di mestiere o dei cosiddetti “mestieranti della politica”.
Scegliendo sistematicamente il meno-peggio, si dà al partito di riferimento un buon motivo per peggiorare arrivando talvolta per paradosso ad assomigliare sempre più a quel “peggio” che in principio si voleva contrastare.
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In terzo luogo, alle riflessioni di carattere generale si aggiungono elementi specifici attribuibili al carattere peculiare del nostro paese.Coalizioni costruite a geometria variabile esprimono governi di breve durata ai quali è difficile ascrivere meriti o demeriti di sorta.
L’Italia è inoltre condizionata da vincoli esterni che riducono i margini di manovra per i governi e limitano i danni potenziali che può causare la presenza al governo di forze politiche che si dichiarano “anti-sistema”.
Forse per questo i ceti più produttivi del paese sembrano indifferenti all’esito delle elezioni: il paese resterà sui binari tracciati dai vincoli esterni e, all’occorrenza, ove la nave dovesse risultare fuori rotta, si chiamerà un tecnico per rimettere le cose a posto.
In che modo si può allora votare con i piedi? (ascolta il podcast)
Io #votoconipiedi è un podcast di provocazione e riflessione sulla politica italiana, potrebbe diventare un istant book da leggere prima del prossimo 25 settembre se ricevo riscontri positivi. Fatemi sapere il vostro giudizio
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Vi ricordo il progetto La Finanza in Soldoni che spiega in modo semplice la finanza, attraverso un podcast una newsletter, una serie di video e un libro edito per la collana Anteprima di Lindau
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