Io #votoconipiedi è un podcast di provocazione e riflessione sulla politica italiana. Nel secondo episodio ci chiediamo: Per chi dovrebbero votare i giovani?
Se avete ascoltato il primo episodio del podcast la risposta alla domanda dovrebbe essere scontata: i giovani dovrebbero applicare il #votoconipiedi nel senso più letterale del termine e fare armi e bagagli.
Se vi sembra disfattista e superficiale chiedetevi: Perché la borghesia più ricca ed istruita manda i suoi figli a studiare all’estero? Perché nelle città principali fioriscono le scuole internazionali?
Perché quelli hanno soldi e relazioni e non avrebbero problemi a inserire i propri rampolli, preparano i propri figli a lasciare il paese o comunque a vivere carriere internazionali? Forse perché l’Italia non è un paese per giovani oggi e non lo sarà per parecchio tempo.
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Ma lasciamo perdere le suggestioni e le sensazioni e proviamo a fare qualche ragionamento. Proviamo a guardare i programmi dei principali partiti e vediamo chi tratta meglio i nostri ragazzi? (così per gioco)
Nel programma della destra i giovani arrivano al quindicesimo punto su quindici, d’altronde se i giovani svegli continuano ad andarsene meglio investire sui pensionati, che non a caso assorbono il 45% della spesa pubblica e il 25% del PIL).
Va detto che anche il punto 14 occupandosi di scuola e Università parla dei giovani (ma le priorità sono docenti, sicurezza degli edifici e formazione per sfornare lavoratori per le imprese). Si parla di giovani anche in tema di famiglia e al punto su impresa lavoro ed economia.
Last but not least nell’ultima pagina c’è una riga che contraddice tutto il documento:

Che dire del terzo polo? Il primo punto del programma è zero tasse per i giovani che avviano nuove imprese, seguono cenni generici sul mezzogiorno più avanti (per la disoccupazione giovanile più alta) e una manciata di incentivi sulla previdenza e la scuola.
Poi un capitolo ad hoc che si concentra su imprenditoria, formazione professionale e tirocini e competenze digitali. Più 2 chicche finali: ricambio generazionale e viaggio culturale a Roma
Nel primo non si sa bene perché andrebbe incentivato il trasferimento dei giovani nelle aree montane e rurali a rischio spopolamento (e dopo aver letto questo ancora vi chiedete cosa votare?)

Nel secondo e last but not least gita pagata a spese dello stato per gli under 25 che vogliono andare a visitare Roma. Ma sul serio: a che serve leggere questi programmi?

Aggiungiamo la domanda storica: e allora il PD? Su 30 occorrenze della parola giovani per lo più abbiamo vaghe dichiarazioni di intenti disseminati un po’ per tutto il programma e un focus nella terza parte di un programma diviso in tre parti (priorità!)
La parte giovani è in condominio con le donne, altra minoranza per la quale ritagliare quote, dato che le riserve indiane pare non siano politically correct.

C’è anche il pacchetto “un paese per giovani” dove si azzerano i contributi per gli under 35 assunti a tempo indeterminato (che ci siano le condizioni per fare impesa e assumere sarà forse un dettaglio secondario) e un bel bonus affitti per chi ha ISEE inferiore a 20k.
Dulcis in fundo, dote ai diciottenni di 10mila euro finanziata con imposta su successioni e donazioni sopra i 5m e, ça va sans dire, abbassamento dell’età per votare a 16 anni.
Cosa dovrebbero allora votare allora i giovani? Se ne avete voglia, leggete pure in dettaglio i programmi tanto come avete visto si tratta di attività che lascia il tempo che trova.
Consiglio disinteressato: provate a valutate gli ostacoli strutturali alla piena realizzazione delle vostre aspirazioni e poi provate valutare se qualcuno dei partiti in campo potrebbe avere interesse, convenienza, consapevolezza e coraggio per metterci mano.
La mia risposta la conoscete già, vi offro di seguito qualche spunto per determinare la vostra.
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Il focus dovrebbero essere adeguate opportunità di guadagnarsi da vivere e mantenere un tenore di vita dignitoso, possibilmente riuscendo a far crescere guadagni e tenore di vita nel tempo in base alla volontà e all’impegno del singolo.
Gli ostacoli alla piena realizzazione dei giovani sono molteplici derivano dalla legislazione, dalle istituzioni e finanche dalla cultura dominante del paese. Distilliamo da questa complessità 3 grossi problemi e proviamo a valutare che speranze ci sono di mettervi mano.
I tre problemi sono:

In che modo si può allora votare con i piedi? (ascolta il podcast)
Che c’entra la previdenza con i giovani e perché compare al primo punto? Tra il 1995 e il 2020 la spesa per pensioni è passata dal 18% al 25% del PIL. La sanità che è cresciuta di poco dal 5 all’ 8% del PIL e i Servizi Generali caduti dal 15 all’8% del PIL.

Perché pagare tante pensioni o spendere tanto per gli anziani danneggia i giovani? Per due motivi.
In primo luogo, parte di queste risorse si potrebbe impiegare per promuovere la crescita economica e l’innovazione e/o per ridurre gli oneri che gravano sulle imprese e sui cittadini limitando la possibilità delle prime di investire e dei secondi di consumare e risparmiare.
In secondo luogo, occorre considerare che i contributi attualmente raccolti tra le persone che lavorano oggi non sono sufficienti a pagare le pensioni erogate quest’anno.
In che modo si può allora votare con i piedi? (ascolta il podcast)
Guardando all’ultimo bilancio disponibile sul sito dell’INPS a fronte di circa 360 miliardi di prestazioni erogate, 216 miliardi derivano dalla raccolta di contributi dei lavoratori e circa 145 da trasferimenti della fiscalità generale.
Chi lavora oggi percepirà una pensione proporzionale ai contributi versati, ma i contributi che versa vengono usati per pagare trattamenti molto più generosi a chi è in pensione e non sono sufficienti perché per oltre un terzo occorre attingere alle imposte.

A prescindere dalle considerazioni di giustizia sociale è di tutta evidenza che il sistema previdenziale e la spesa per pensioni sono un macigno che riduce investimenti, innovazione, crescita e in ultima analisi possibilità per i giovani di esprimere il proprio potenziale.

Terzo ma non per importanza, scuola, università e pubblica amministrazione sono pensati e gestiti per fare gli interessi di chi ci lavora e non di chi dovrebbe utilizzarne i servizi
Ne consegue che lo svantaggio maggiore ricadrà sui più giovani che ricevono servizi di qualità quantomeno variabile e sostengono i costi dell’apparato.
Per concludere, chi dovrebbero votare i giovani? Io un’idea ce l’ho, voi fatevi pure la vostra. Nel prendere la decisione tenete presente che:
1-Le opportunità di lavoro, crescita e libera espressione del potenziale dipendono dalla crescita economica e da quanto è possibile investire, innovare e premiare lavoratori e fornitori più capaci, ma anche licenziare, cambiare fornitore, modificare la propria struttura.
2-Gli ostacoli principali sono al momento un sistema previdenziale ingiusto, che trasferisce risorse tra generazioni, da rigidità e burocrazia, che limitano crescita e innovazione, e da un sistema scolastico, universitario e da una pubblica amministrazione autoreferenziali.
3-Considerando che gli anziani, i dipendenti pubblici e privati e tutti i soggetti che ottengono vantaggi dal sistema che penalizza i giovani votano secondo voi c’è qualche partito che ha interessa a cambiare la situazione? Lascio a voi la risposta, io #votoconipiedi
Io #votoconipiedi è un podcast di provocazione e riflessione sulla politica italiana, potrebbe diventare un istant book da leggere prima del prossimo 25 settembre se ricevo riscontri positivi. Fatemi sapere il vostro giudizio
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