Come ogni anno, in occasione dell’incontro invernale World Economic Forum, arriva anche il claim di Oxfam sulla disuguaglianza. Quest’anno, la ong, puntualmente ripresa in modo acritico dalla stampa più superficiale, ci informa che nel 2016 le otto persone più ricche possedevano la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi più poveri del pianeta.
Tralasciando per un attimo i rilievi (anche significativi) di carattere metodologico sul modo in cui la misurazione è costruita, proviamo a concentrarci sulla disuguaglianza e sul senso di indignazione che si cerca di innescare per valutare se e quanto sia giustificato.
Dritti al punto: è un male che poche persone possiedano gran parte della ricchezza del pianeta? Molto difficile e tutt’altro che oggettivo formulare una risposta. Proviamo ad essere più specifici: è rilevante come quella ricchezza è stata conseguita e il modo con il quale si riflette sul benessere del resto della popolazione? In altre parole, c’è differenza se la concentrazione della ricchezza è determinata dalla libera interazione degli individui (mercato) oppure dalla coercizione ai danni della popolazione?
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